{mosimage}Propaganda semiseria di una tradizione semisconosciuta Campagna è un paese, nemmeno troppo piccolo, a metà strada tra Potenza e Salerno, conosciuto dalle mie parti solo per aver dato i natali a un puttaniere illustre nonché pessimo stopper di una squadra di ladri, tal Mark Juliano, e per essere uno dei paesi che si incontrano sull’ autostrada mentre ci si avvicina a Salerno, da recitare a memoria come una formazione dell’Inter anni’60…Sarti–
Burgnich-Facchetti...Contursi-Campagna-Battipaglia. Così.
A Campagna ci sono stato due notti fa. Sera di San Lorenzo. Concerto jazz da paura (uno dei più grandi sassofonisti italiani, tal Scannapieco per i non amanti del genere, è proprio di Campagna) e giro in città, che non è male affatto. A farci da guida il collaboratore del giornale del posto che – incredibile a dirsi – appena mi ha sentito parlare ha esclamato “Tu sei di Tito!”.
Tralasciando il contorno di birre, Pampero anniversario e un ottimo cornetto per stoppare la fame a notte inoltrata, la cosa più bella di Campagna è che un fiume ci passa letteralmente in mezzo. Uno potrebbe dire: sticazzi. Anche a Roma e Torino e Firenze c’è un fiume che passa in mezzo alla città. Ho capito, ma qui siamo a Campagna, e il fiume forma una cascata bellissima proprio dietro il palazzo delle poste e lo puoi costeggiare ed è tutto illuminato e con dei bei ponti e poi in certi punti lo senti proprio sotto la strada che scorre e poi…

E poi, a Campagna, s’mena la chiena.

Che è un’espressione tipica del mio paese per dire che quando qualcosa sta per andare storto stai sicuro che ci andrà, oppure quando qualcosa sta già andando storto stanne certo, ti travolgerà. Ma non è una cosa detta in modo pessimistico. E’ detta con leggerezza. Del tipo: “Già non ho una lira e oggi m’hanno fatto una multa. S’è proprio m’nà la chiena”.

A Campagna s’mena la chiena, dicevo. Ma in un senso diverso. Ed è una cosa assurda. Perché praticamente questi qui del paese, sabato 13 e domenica 14 agosto sbarrano il fiume a monte, in modo che l’acqua scorra lungo tutto il centro storico. Viuzze, vicoli, piazze. Tutto allagato. Sommerso da almeno mezzo metro d’acqua. E uno potrebbe pensare che questi siano pazzi. Ma è ancora niente. Sono pazzi davvero. Perché, mentre l’acqua scorre, e s’mena la chiena…La gente (e ce n’è tantissima, da tutta la zona e tutta Salerno si sposta lì) inizia a prendersi a secchiate d’acqua, a schizzarsi e rincorrersi…Come in una sorta di immensa piscina. Più comunale di così…Certo, ogni tanto qualcuno si spezza una gamba, scivolando su cubetti di porfido traditori. Ma ci sta anche quello, se si mena la chiena. Eppoi, il 14 sera si replica a mezzanotte. Di notte, con la luce dei lampioni arancioni che si specchia sull’acqua e i bar aperti. Non tutti, però. Solo quelli che hanno un gradino a difenderli dall’acqua della chiena.
A pensarci, è una cosa bellissima.
Uno prende, parte, e si tuffa nel vicolo.
“Benvenuti a Campagna, città della chiena. Limite di 50 all’ora e costume obbligatorio”.
Sarebbe bello, se si potesse fare così, con tutti i posti.
Riempirli d’acqua, per togliere sporco e ragnatele e lasciare spazio ai sorrisi.
Ma non sempre per ogni fiume che ci aspetta, poi c’è un posto da allagare.
Certe volte la chiena, se si mena fa male.
Ma a Campagna, gessi e fasciature a parte, ci si diverte.
Andateci.

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