nuova_10032012-roccopotenzaIl 15'27"34 è negativo, lontano quasi trenta secondi dal suo record
Rocco Potenza solo quarto agli Assoluti nei 1500 stile

tratto da La Nuova del Sud, 10 marzo 2012

RICCIONE- È forse la prima grande delusione sportiva del Rocco Potenza campione a livello internazionale e forse per questo brucia così.

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Da Tito, in provincia di Potenza, a Verona.
Un giovane nuotatore lucano che, nella sua valigia zeppa di sogni, ha inserito i giochi olimpici di Londra 2012.
Antonio Coronato per Sportlandia, Radio 1 (29 ottobre 2011)

 

 

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Il servizio di Antonio Coronato per Raisport


(clicca qui per vederlo ad una migliore risoluzione)

 

nuova30082011_roccopotenzae l'intervista di Donato Sileo per La Nuova del Sud

Un oro pesante
I suoi occhi brillano ancora di più del luccichio delle medaglie che ha appena vinto.
Quando parla del suo sport il campione Rocco Potenza parla della sua vita, delle sue gioie, dei non pochi dolori e di quelle gare che in Cina hanno coronato le fatiche e le trepidazioni sue, di mamma Antonietta, di papà Michele e dell'inseparabile fratello minore Marco.

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RossiDopo anni, alla luce degli altri numeri del signor rossi che "ahivoi" pare non esser più dottore (lo sarà mai stato?), cioè quelli odierni, mi pareva giusto tornare su un argomento che tempo fa suscitò grande interesse nella comunità titese di "appassionati" dello sport motoristico a due ruote. Per farlo mi affido alle parole estrapolate dalla rete di un giornalista noto per occuparsi da anni di motociclismo e più in particolare di "moto" come passione a tutto tondo, non così noto come altri urlatori ma degno di considerazione per quanto mi riguarda.


Dopo otto gare è arrivato il momento di fare un bilancio di quello che fino a pochi mesi fa era per molti il matrimonio del secolo: Rossi con la Rossa. Prima dell’inizio del campionato, fiumi di parole sono stati scritti nella direzione di una rivoluzione vincente nel segno del numero 46. Con la cura del Dottore, la Desmosedici sarebbe diventata non solo una moto guidabile da tutti, ma l’arma letale con la quale vincere il mondiale. Questo perché Rossi è considerato come l’uomo della provvidenza, il pilota che ha vinto tanto solo grazie alle sue qualità.

 

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Tito, Campetto Madonna delle Grazie
27 giugno / 29 luglio 2011

 

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Guida Tv 2011/2012 per il tifoso juventino
(Fascia oraria 20.30-23.00)

Sotto accusa il tecnico portoghese, bluff del calcio moderno che in realtà non fa altro che utilizzare un solo copione: difesa e contropiede. Siamo sicuri che sia davvero Special?

di Andrea Rosati
tratto da goal.com

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Leggo il parere autorevole di Gianni Mura qui sulla prestazione "reale" del Barcellona. Mi trovo perfettamente d'accordo, credo sia una delle migliori squadre mai viste in circolazione. Certo, non ho avuto il piacere e il gusto di assaporare l'Inter di Herrera o la classe del Madrid di DiStefano e ricordo parzialmente la bellezza del Milan di Sacchi.

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Il nostro Sindaco ieri sera, alla premiazione del 9° Memorial Laurino, ha fatto un'osservazione ai cittadini di Tito, ma la cosa fa riflettere tutti...

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Il calcio è l'ultima rappresentazione sacra del nostro tempo
Pier Paolo Pasolini

Giorno venticinquesimo
L'ultimo caso dell'ispettore Del Bosque

Schierare o non schierare Torres? L'ispettore Del Bosque si alliscia i baffi e risolve il caso. Fernando va in panchina.
I ventidue in campo inalano la tensione della finale ed espirano un calcio sincopato, gretto. Ci siamo fatti fregare, ce ne accorgiamo presto: non sono Robben e Sneijder i simboli di questa Olanda, meglio rappresentata dal rude Van Bommel. È il writer che al posto dello spray usa i tacchetti e invece che sul muro d'asfalto dipinge sugli stinchi, sui polpacci degli avversari. Lascia segni difficili da cancellare. Impartisce l'esempio anche al resto della crew, il clima si incattivisce. La polizia, interpretata dall'inglese Webb, qualche volta coglie in flagranza le due bande rivali ma lascia tutti a piede libero. Zero a zero, undici contro undici alla fine del primo tempo - è questa la notizia.
Gli apostoli del luogo comune predicano che in queste condizioni è la squadra arroccata il più delle volte a godere del vantaggio della situazione. Hanno ragione. L'alieno Robben ha sulla corsa due colossali occasioni, rivelandosi infine terrestre, troppo terrestre. Sulla prima, la più ghiotta, il mio amico Alberto, polpo de' noantri che aveva scommesso in tempi non sospetti sugli orange campione del mondo, capisce che non passerà all'incasso.

"Ahimé! Senza speranza, come io mi sento, pure alla speranza m'abbandono!".
La morsa si allenta, i tulipani percepiscono di essere persi ma, come l'Olandese volante di Richard Wagner, ci credono ancora. Il capitano del leggendario vascello è destinato a navigare fino alla fine dei tempi in tutti i mari del mondo, a meno di non trovare una donna che gli offra un amore sinceramente fedele. Soltanto ogni sette anni gli è però concesso di scendere a terra per cercarla. L'Olanda calcistica ne ha dovuti aspettare ventidue. Invecchiata, non ha l'avvenenza di Cruijff né l'eleganza di Van Basten, appena i muscoli di Van Bronckhorst. Gli spagnoli hanno adesso il controllo, le controffensive arancioni si fanno sempre più rade, i marinai si rintanano sottocoperta, nelle stive. Quando perdono un uomo, il mozzo Heitinga, si capacitano che la maledizione non andrà estinta. "Le vele al vento! L'ancora levate! Dite addio in eterno alla terra!". Ad Iniesta l'onore di ricacciarli in mare.

Festa rossa.
Vince la squadra più forte, non succede sempre.
La Spagna non solo di Xavi, Iniesta, Villa, Piquet, Ramos, Fabregas, ma quella anche di Nadal, Gasol, Lorenzo, Alonso, Contador.
Le piazze si riempiono di indigeni e turisti. Non esisterà la notte, non esisterà il domani: la fiesta ha un inizio, non una fine. Sono spagnoli, è movida in ogni caso. Figuriamoci adesso che hanno un motivo per festeggiare.

 

rubrica tratta da Virusmedia.it

 

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Comunque finisca il processo di Napoli su Calciopoli, Luciano Moggi ha già vinto, almeno sul piano mediatico. Complici folte schiere di giornalisti smemorati e/o asserviti, vedi la recente puntata di “Matrix”, l’ex direttore generale della Juventus è riuscito a gabellare la bufala del “così facevan tutti”. Stampa e tv hanno pubblicato le “nuove intercettazioni” di Moratti e Facchetti per dimostrare che Juve e Inter pari sono. Tanto quelle pubblicate nel 2006, in cui “Lucianone” ordinava arbitri à la carte e tramava per salvare le squadre amiche, chi se le ricorda più.

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