Pasquale Vitiello, mister del fantacalcio

Un organigramma societario preciso e un rigoroso rispetto dei ruoli. Uno passionale e l'altro lucido, una coppia ideale. E un obiettivo dichiarato: non allungare la lista i nomi nella parentesi.
Esponenti illustri della combriccola romana che recentemente sta dominando il fandachiandu, Pasquale Vitiello e Felice Ragone hanno unito le forze per arrivare in poco tempo al titolo Il primo, in particolare, ha superato l'ultimo quadro e ha sconfitto il mostro che già due volte lo aveva costretto a un altro "insert coin".

In quei gradini di Philadelphia ripresi nel video in basso Pasquale ci è dunque inciampato qualche volta prima di completare di corsa la rampa e alzare le braccia al cielo. Ma lui e Felice non sono stremati. Hanno ancora voglia. Adesso sono loro quelli da battere.
Con la sfrontatezza propria di chi crede nei propri mezzi, ma con un rispetto assoluto per gli avversari che si manifesta in un'ironia sin troppo delicata, hanno risposto alle nostre domande.

Partiamo dal nome della squadra e dalla storia che racconta. Un nome che giocoforza sarà aggiornato.
P- Eh sì, Ac Vostra racconta di una sfida che ormai è superata, e da questo anno lascia il posto a Stavolta vi abbiam purgato. L’idea è nata alla fine del campionato 2020/21, quando sia io che Felice – in testa al giro di boa con Dream team e Araba Fenice – abbiamo dovuto masticare il classico boccone amaro per il ritorno a spron battuto di Jigen&Lupin, che hanno viaggiato a fari spenti fino una decina di giornate dalla fine. Io ho sofferto particolarmente perché con Dream team ero in testa alla penultima giornata e poi ho dovuto digerire la seconda, bruciante, sconfitta da parte di Scaglione… e da lì è nato il desiderio di rivalsa, che doveva essere alla luce del sole, per cui ho deciso di creare una nuova squadra che doveva rappresentarlo in modo più che esplicito, chiedendo a Felice di accompagnarmi in qualità di presidente. Il resto è storia nota: l’anno scorso c’è stato l’exploit – assolutamente inaspettato – di Caradonna per cui siamo stati costretti a cambiare nuovamente ragione sociale, e questo anno abbiamo deciso comunque di rendergli onore nonostante la prestazione assolutamente mediocre. Vedremo questo anno se il 2022 è stato il classico colpo di fortuna, oppure Caradonna è veramente all’altezza della nostra sfida.

Avete una lunga militanza al fandachiandu. Tu, Pasquale, hai scacciato una maledizione, ma per farlo hai dovuto appoggiarti a Felice. Qual è il suo contributo all’allestimento e alla gestione della squadra? In che percentuale ha contribuito alla vittoria finale?
P- Felice è il presidente ideale: mi lascia completa autonomia nella gestione della squadra, anche perché ha già due belle gatte da pelare, ovvero i suoi soci storici Onorato (Santa Cruz) e Caradonna (Araba Fenice).

E tu, Felice, hai agganciato mister Pasquale, di cui dici pubblicamente sempre un gran bene. Hai tre squadre in comproprietà, sbilanciati: quale coppia funziona di più e ritieni più forte?
F- Non esiste una coppia che funziona meglio, tutte e tre le coppie sono abbastanza complete e complementari.

Parliamo un po’ di voi. Dove abitate, cosa fate, come vi siete conosciuti, come siete approdati al fandachiandu.
P: Ci siamo conosciuti a Roma, dove lavoriamo insieme, ed è stato lui ad introdurmi nel magico mondo del fandachiandu, che per me è diventato una droga, un gioco bellissimo.

Da qualche anno, quella che da queste parti, forse impropriamente, definiamo “la combriccola romana” – in pratica gli allenatori arrivati al fandachiandu attraverso Felice – ha allungato le sue mani sul gioco, imponendosi spesso e talvolta dominando. Qual è il motivo? Condividete un metodo, una impostazione, uno schema di partenza? Oppure è pura casualità? E quali sono, invece, le squadre “esterne” che ritenete più competitive, a cui guardate con maggiore attenzione?
P- Credo sia una casualità. È anche vero però che da diversi anni condividiamo una chat per prenderci in giro, quindi viene naturale seguire da vicino le reciproche squadre e per loro apprendere dal più bravo, che sarei io. Relativamente alle squadre “esterne”, direi che la risposta è scontata: io guardo con grande attenzione e mi alimento giornalmente dalla sfida con Giuseppe Scaglione, il mostro dell’ultimo quadro come direbbe qualcuno, anche se ultimamente sta perdendo colpi.

Quanto tempo, settimanalmente, dedicate a questo gioco? Come operate? Suggerimenti su come migliorarlo?
P e F- Purtroppo non riusciamo a dedicare il tempo che vorremmo, e dobbiamo dire che negli ultimi anni è stato un po' faticoso a causa dei campionati compressi causa covid e campionati mondiali, dei frequenti anticipi di venerdì e dei turni infrasettimanali. Ma questo anno si torna alla normalità, quindi andrà meglio. Relativamente ai suggerimenti, la formula di Titonline è assolutamente convincente ed avvincente, quindi a nostro avviso c’è poco da migliorare; forse, da nostalgici della formula gazzetta in voga fino ad un paio d’anni fa, introdurremmo la possibilità di gestire liberamente un numero limitato di cambi in stagione, in aggiunta ai cambi nelle sessioni prestabilite: in questo modo le squadre potrebbero ovviare ad infortuni e/o situazioni contingenti dei propri giocatori chiave, avendo la possibilità di rimanere competitivi durante la stagione

Quanto conta la fortuna, da 1 a 100? E quanto invece lo studio, l’esperienza, la preparazione, l’intuito?
P- Il fantachiandu è un gioco, quindi la fortuna conta assolutamente: è essenziale azzeccare i giocatori chiave e che questi riescano ad avere continuità durante l’anno, evitando infortuni.
Io personalmente non sono un grande conoscitore (per esempio non seguo per niente i campionati minori) e quindi mi affido molto alla statistica.
F- Anche io credo che per emergere al fantacalcio ci voglia una buona dose di fortuna (diciamo il 30%) e soprattutto molto studio.

Andiamo alla stagione trascorsa. Qual è stata la chiave, il punto di svolta, la mossa decisiva? Quando vi siete resi conto di avere la vittoria in pugno?
P e F- L’anno scorso è stata dura, e sudata fino alla fine. Ci eravamo resi conto fin da subito di avere una bella squadra, grazie soprattutto ai centrocampisti – il primo Koopmeiners (quello della tripletta al Torino a settembre), Strefezza, Felice Anderson e poi Zaccagni da gennaio – ma eravamo stati sfortunati sugli attaccanti, avendo puntato tutto su Immobile e Lukaku (da settembre, ma fino a gennaio non hanno praticamente giocato), seguiti da Berardi (a gennaio, ma subito infortunato) e poi Lookman (da febbraio, quando si è praticamente spento). La svolta è stata ad aprile, quando noi abbiamo preso Kvara, Leao e Cambiaghi, e finalmente Mimmo Berardi si è svegliato dal torpore… e qualcun altro ha completamente toppato il mercato di riparazione...

Pasquale, anche la tua Dream team è salita sul podio. Come si fa a conciliare la gestione di due squadre, di cui una è espressione personale, con lucidità e senza conflitti nelle scelte? Soprattutto in fase di mercato, sono due variabili indipendenti oppure esiste una inevitabile correlazione?
P- La mente è la stessa, quindi è normale siano simili, almeno nei giocatori chiave e nelle scommesse. Per il resto – a parità di potenziale – cerco di ruotare, soprattutto attaccanti e centrocampisti, per avere più possibilità.

Il fandachiandu è anche e soprattutto sfottò. Avete qualche sassolino nelle scarpe da togliervi? I vostri diretti avversari cosa hanno sbagliato? In cosa ritenete di essere stati stavolta più bravi?
P e F- Eviteremmo di rigirare il dito nella piaga… è tutto scritto nero su bianco nel nome della squadra, e nei commenti precedenti.

A chi dedicate la vittoria?
A noi stessi, ce la siamo meritata

Obiettivi per la prossima stagione?
P- Come ogni anno, io parto per stare davanti a Felice, Fabrizio Caradonna e Giuseppe Scaglione. Poi se arriva qualche premio tanto meglio, ma sarei felice se qualcun altro riuscisse ad aggiudicarsi la vittoria finale.
F- Vorrei piazzare entrambe le squadre nei primi 10… e soprattutto mettere il muso di Santa Cruz davanti a Posicar.


 

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