fabrizio caradonnaRomano de Roma con un cuore bianconero e un piede – tra poco – a Venezia, Fabrizio Caradonna è tutt'altro che irrequeito e contraddittorio. Riflessivo, metodico e costante, sa di calcio e di fantacalcio ma continua umilmente ad applicarsi e a studiare. Il campione 2022 ha un messaggio da recapitare ai suoi acerrimi amici e agli altri rivali: vuole competere ancora per vincere, è ancora lui l'uomo da battere. Un messaggio che – potete esserne certi – arriverà a destinazione puntuale.
E, dopo la rocambolesca vittoria della scorsa stagione, promette di venire in pellegrinaggio a Tito. Con i parastinchi.

Da quanto tempo giochi al fandachiandu e come ci sei arrivato?
Gioco da diversi anni ma questo è stato il primo anno in cui ho deciso di iscrivere una mia squadra. Ci sono arrivato grazie ai mei amici Felice Ragone e Pasquale Vitiello, che mi hanno sempre decantato le lodi del fandachiandu.

D.C. United 2017: la ragione sociale suggerisce la presenza di un piccolo Caradonna in giro per casa, o sbaglio? Parlaci un po’ di te, del lavoro che fai, di dove vivi, della tua squadra del cuore.
Sì, effettivamente la ragione sociale della squadra prende spunto dal piccolo/grande Caradonna di casa, l’amore della mia vita ossia Daniele, mio figlio nato nel 2017.
Sono romano da almeno cinque generazioni, il cosiddetto romano de Roma, ma per la delusione di molti sono un gobbo malato di Juve. Vivo a Roma, anche se a breve mi trasferirò per lavoro durante la settimana a Venezia, dove andrò a gestire il Nord Est per Poste Italiane.

Ci sono avversari che nel corso degli anni hai imparato ad apprezzare e temere di più? Il tuo derby interno, al fandachiandu, contro chi lo giochi?
Beh per me gli avversari da battere li ho scoperti tutti nel corso dello scorso campionato. Ovviamente per me i derby sono quelli contro Felice Ragone, Pasquale Vitello e Paolo Garganese ma dopo l’ultimo campionato, vinto in modo a dir poco rocambolesco, dovrò tenere gli occhi addosso a Tibie e Peroni ma anche a Pastificio Mosciarelli.

Nel tuo ultimo campionato ti sei mosso in maniera molto oculata, capitalizzando le plusvalenze e muovendo opportunamente la rosa. Hai altre esperienze, giochi ad altri fantacalci? Da 1 a 10, a che livello di difficoltà collocheresti quello di Titonline e perché?
Gioco al fantacalcio dal lontano ’94, quando i conti si facevano a mano su un foglio il lunedì mattina e la formazione era per tutti entro le 15 della domenica; altri tempi che onestamente oggi romanticamente rimpiango. Negli anni ho provato tutti i fantacalci, considera che per diversi anni ho fatto anche il fantacalcio di serie B sul sito fantacalcio.it, prima ancora di fantagazzetta; ancora oggi partecipo ad almeno quattro fantacalci durante ogni stagione, anche se Titonline è quello che mi ha entusiasmato di più per la sua imprevedibilità e la sua organizzazione. Per me merita un 8 per livello di difficoltà ma allo stesso tempo di interesse che riesce a suscitare.

È stata una stagione incredibile che si è chiusa con un colpo di scena, il minutaggio di un paio di calciatori che ne ha di fatto decretato le sorti. Quando hai realizzato di aver vinto? Cosa ti senti di dire alle Tibie e peroni, i secondi classificati?
Ho passato giorni e giorni a fare conti su conti per capire se ci potesse essere qualche cavillo regolamentare che mi potesse permettere di vincere; solo dopo una settimana ho capito che il grandissimo Parisi aveva giocato giusto quel minuti in più che gli avrebbe permesso di prendere un bellissimo e sofferto 5,5 e da lì minuto dopo minuto ho cominciato a realizzare che forse avrei vinto. Cosa dire ai ragazzi di Tibie e Peroni, spero che non me le spezzino!

A parte il finale, quali sono stati i momenti decisivi del tuo campionato? Le mosse particolarmente azzeccate, le scommesse indovinate… C’è stato un momento in cui hai dato tutto per perso? Quando hai realizzato di poter competere per la vittoria finale?
Penso che il momento in cui ho capito di essere competitivo è stato nella fase in cui ho scelto Abraham e Scamacca davanti e Barak a centrocampo, perché li la squadra girava e dava soddisfazioni; mentre nel periodo in cui avevo scelto Zapata per Vlahovic ho pensato che non fosse proprio stagione. Però, al di là di queste scelte, ho sempre avuto una squadra che non giocava mai in dieci e che portava a voto praticamente quasi tutta la rosa, e quindi questo mi dava tranquillità, tant’è che a Pasquale ripetevo sempre che serviva continuità e che la continuità avrebbe alla fine pagato. Così è stato.

Gestisci anche una squadra, la gloriosa Fc Araba Fenice, insieme a Felice Ragone. Lì come vi regolate, che prende le decisioni? Il fatto di avere quest’altra squadra, sebbene in comproprietà, ha influito sulle scelte per la D.C. United? Ad esempio, che so, hai diversificato il mercato.
Nella gestione di Araba Fenice lascio completa autonomia a Felice Ragone, io sono solo il socio. Per questo lo scorso campionato abbiamo deciso di iscrivere una squadra che fosse gestita in autonomia da me in modo da creare ancora più competizione tra di noi.

Il fandachiandu è più più intuito, più metodo o più fortuna? Quanto tempo in generale dedichi al gioco? Hai suggerimenti su come poterlo migliorare?
Secondo il mio punto di vista è un fantacalcio ben organizzato e per poter competere devi assolutamente avere metodo, che sia nella scelta del trio di portieri oppure nel creare una rosa che dia continuità. Io al fantacalcio dedico almeno un’ora al giorno la sera, dove analizzo i miei risultati e mi preparo le eventuali mosse alle aperture di mercato; cosa che invece non faccio alla creazione delle rose in quanto, in quel frangente, faccio ricorso alla mia conoscenza del calcio, che ritengo essere l’unico mondo relativamente al quale ho una conoscenza approfondita. Non ho al momento suggerimenti per migliorarlo, mi sembra che segua delle regole giuste e attuali.

Che obiettivi ti poni per la prossima stagione? Sei ora l’uomo da battere, non puoi nasconderti. Sbilanciati: suggerisci un nome, una fantasquadra su cui puntare per la prossima stagione.
Ovviamente punto alla vittoria, anche perché da buon gobbo la vittoria è l’unica cosa che conta. Quest’anno punto su "A.C. Tua" anche perché non penso possa avere altro spazio per inserire un nuovo nome nella lista.

Nel 2023 cui cambierà qualche regola. Quanto incide la fase di preparazione, di studio e conseguente predisposizione della rosa sull’andamento del campionato?
Incide tanto anche se essere bravi a capire l’andamento del campionato e quindi scegliere bene i cambi penso sia ancora piu importante.

Dopo questa vittoria, non puoi non venire in pellegrinaggio a Tito. Ci sei mai stato? Non preoccuparti, Michele e Pierpaolo (gli allenatori delle Tibie e peroni) sono ragazzi tranquilli...
Non sono mai stato a Tito e mi ripropongo di venire, magari non lo dico a Michele e Pierpaolo.

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