Da qualche giorno, impazza su facebook la saga Ai lov Tito.
Presa in prestito dalle omonime pagine di altre città (Ai lov Putenza, Bari ai lov iu etc.), l'idea consiste nel riportare considerazioni, dialoghi "storici", tradizioni, battute e sfottò entrati ormai nell'immaginario popolare sotto forma di fumetti, fotoracconti oppure didascalie con una semplice operazione di montaggio. Più facile a vedersi che a descriversi.
Dietro Ai lov Tito c'è un anonimo profilo – una persona, o presumibilmente un gruppo, ma che importanza ha? – effigiato dalla celebre maschera di "V per Vendetta". Qualcuno intanto non l'ha presa bene e non è stato allo scherzo, ma la comunità si è erta subito a protezione della pagina continuando a condividere e ad apprezzare. «Abbiamo bisogno di farci due risate», «Non siate invidiosi, già qui non si fa un cavolo» sono solo un paio dei tanti commenti a difesa di un luogo virtuale che continua ad accumulare "like".
Ci piace sottolineare un'operazione che, in linea con Sei titese se... volumi 1 e 2, veicola con dissacrante ironia le tradizioni, raschia e tramanda il sottobosco culturale, aggiorna il linguaggio, arricchisce il libro degli episodi e dei personaggi di Tito. Farà pure torcere il muso ai puristi e agli accademici, non entrerà mai nei volumi di storia e non godrà di una presentazione in pompa magna, ma Ai lov Tito piace ai ragazzi, diverte chi il paese lo vive e se lo vede raccontare, con ghigno beffardo, giorno per giorno.
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