"Essere un Sin (Sito di interesse nazionale per le bonifiche, ndr) crea di fatto una sorta di deterrenza da parte di nuovi investitori a volersi insediare nell'area. Insomma, non è certo un buon biglietto da visita. Ma con le risorse messe in campo finora e con quelle arrivate con i fondi Fas per l'ambiente contiamo di avviare quei progetti di bonifica e di rafforzamento del tessuto industriale che va salvaguardato per non creare inutili allarmismi". Lo dichiara all'Adnkronos Pasquale Scavone, sindaco di Tito, comune in provincia di Potenza, uno dei Sin italiani interessati dal progetto "Sentieri", lo Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento realizzato da ministero della Salute, Istituto superiore di Sanità, Ifc-Cnr, Università La Sapienza di Roma e Dipartimento Epidemiologia Servizio Sanitario Regionale Regione Lazio.

Tito è stato dichiarato Sito di interesse nazionale per le bonifiche nel 1995, per lo sversamento di trielina da parte di un'azienda dell'area industriale con conseguente contaminazione della falda sotterranea e per l'attività dell'ex stabilimento Liquichimica che, sebbene chiuso da anni, ha lasciato una pesante eredita' di inquinanti sul territorio. In particolare, lo studio Sentieri ha segnalato il comune per esposizioni ambientali dovute alla presenza di impianti chimici e siderurgici.
Ma cosa è stato fatto da allora? "Su istanza del ministero dell'Ambiente abbiamo emanato delle ordinanze - dice il sindaco - come quella sul mancato utilizzo delle acque a 150 metri dal perimetro dell'area industriale e quella del mancato utilizzo delle acque del torrente Tora che confluisce nel Basento. Naturalmente, per quanto riguarda la risorsa idrica, l'acquedotto lucano viene continuamente monitorato". Vietato, quindi, utilizzare in qualsiasi modo le acque del Tora e quelle a partire da 150 metri dal perimetro dell'area industriale. Eppure il sindaco rassicura: "Il nostro territorio, rispetto ai dati della relazione Sentieri, non desta allarmismo tale da farci preoccupare - dichiara all'Adnkronos - ovviamente manteniamo alta l'attenzione sul Sin Tito, con Regione e Provincia al nostro fianco per monitorare costantemente cio' che accade nelle falde acquifere e nell'aria".
Merito, per il primo cittadino, "delle nostre aziende, un'ottantina circa, ormai edotte, visto che siamo Sin da anni. Per questo, al loro interno svolgono attivita' di prevenzione e monitoraggio". Una maggiore attenzione da parte delle attività industriale grazie alla quale "fatti importanti negli ultimi anni non ne abbiamo registrati. Diciamo che siamo in linea con cio' che accade nel resto d'Italia", conclude il primo cittadino.

fonte: adnkronos

Allegati (dal sito del Comune di Tito)
Studio Epidemiologico Nazionale Territori e Insediamenti Esposti a Rischio Inquinamento (S.E.N.T.I.E.R.I.)

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