Da Tito, in provincia di Potenza, a Verona.
Un giovane nuotatore lucano che, nella sua valigia zeppa di sogni, ha inserito i giochi olimpici di Londra 2012.
Antonio Coronato per Sportlandia, Radio 1 (29 ottobre 2011)

 

 

 

 

Altri servizi sul nuotatore titese Rocco Potenza.

 

Persone in questa conversazione

  • Pensieri e riflessioni mentre le parole di Rocco accompagnate dalla musica mettono i brividi.
    Primo, non il solito sport. E' la prova provata, evidente, tangibile che a questo mondo e nel nostro piccolo mondo lucano il calcio non è l'unico sport in cui si possa emergere. Certo, da noi farcela è molto più dura, ma ci si può riuscire. Ho visto ragazzini atleticamente validi, che si potrebbero affacciare alle più svariate discipline sportive (mi viene in mente l'atletica), ma che continuano soltatno a vedere la palla rotonda.
    Secondo, le solite note stonate. Mancanza di infrastutture, o le stesse presenti ma fatiscenti. Piste di atletica che non chiudono solo per lo sforzo di pochi singoli (penso al Campo Scuola di Macchia Romana a Potenza che il Comune voleva chiudere e che solo grazie alla testardaggine di pochi e le firme di molti è ancora lì funzionale e funzionante). Le istituzioni latitano, gli imprenditori non possono farcela il più delle volte a sostenere costi esorbitanti per tenerle in piedi e, anche quando ci riescono, i costi finiscono per scaricarsi sugli utenti finali che non possono permettersi l'oretta di sport. Possibile che qui da noi (ma in buona parte del Sud) si "investe" solo sul calcio?
    Terzo, questione di mentalità. La vittoria a tutti i costi, senza se e senza ma. Mentalità italiana oserei dire. Ho "accusato" questo paese di essere vecchio all'indomani della meritatissima fuoriuscita dai mondiali sudafricani. Niente cambia in questo paese. Forse abbiamo quello che siamo. E nello sport tutto è uguale. Non si cresce nella cultura di fare sport, per il benessere della testa e del corpo in primis. Ma solo per primeggiare, per emergere, per sentirsi importanti agli occhi della gente. Poi dopo il successo sportivo verrà il gossip, la tv etc etc etc etc. Questi sport "minori" (che poi sono "migliori" a mio modesto parere) possono essere da schermo a quest'evoluzione??? Alla resa dei conti, sembra proprio di no.
    Quarto e ultimo, questione di voglia. Al sacrificio, propensione a dedicarsi anima e corpo per riuscire nell'intento. I giovani di oggi non ne hanno. Grande talento, poca propensione. E' un peccato. La loro aspettativa è diventare "divi da copertina", modelli di riferimento per i ragazzi e idoli da osannare da parte delle teen agers. Allenarsi 6 ore al giorno, alzarsi alle 4 del mattino per realizzare un sogno è davvero raro.

    Ho praticato questo sport per alcuni anni di fila (ora fermo per un'infezione all'orecchio) a livello amatoriale, trascinato dall'amico Astro. E' dura, richiede sacrifici anche a chi solo vuole imparare a nuotare. Apprezzo ancora di più il sogno di un ragazzo venuto dal nulla, fattosi da solo senza l'aiuto di nessuno, istituzioni in primis. A lui va il mio (e immagino vostro) in bocca al lupo.

    Ti aspettiamo allo start all' Aquatics Centre – Olympic Park (pool events). E salutami Michael Phelps....

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