Indimenticabile Nicola Di Bari: "...erano i giorni dell'arcobaleno, finito l'inverno tornava il sereno..."...che epoca era? Sembrano passati mille anni...1972... la canzone Sanremese pareva salutare uno dei tanti Governi Andreotti, quello che durò 4 mesi scarsi: dal 17 febbraio al 26 giugno, quando metaforicamente tornò il sereno...con la successione proprio di Andreotti a se stesso, fino al 7 luglio dell'anno successivo. Erano sì, i giorni dell'arcobaleno, quando le questioni politiche erano davvero tali, quando a momenti di crisi e di empasse si succedevano naturalmente momenti di ritrovata serenità.

Erano ancora gli anni in cui il Partito Comunista Italiano mandava i suoi funzionari di primissima mattina avanti agli ingressi delle Corti d'Appello per depositare le proprie liste: guai se il primo simbolo in alto a sinistra sulle schede elettorali non era quello con la falce e il martello! E guai, ad Ercolano, dove io all'epoca vivevo, se la prima scheda depositata nell'urna ad apertura di votazioni non era una votata con la croce sul simbolo del Partito Socialista Italiano: gli iscritti erano in tal senso impegnati oltremodo. Tradizione che anch'io ho sempre seguito e rispettato, uscendo di casa alle 6 di mattina, per essere il primo elettore del mio seggio, anche una volta trasferitomi in Basilicata, e fin quando il Partito Socialista è stato in vita e in salute. Continuando la parafrasi con la canzone di Nicola Di Bari, ogni volta "mentre impazzivi al profumo dei fiori, la notte si accese di mille colori".
Da qualche anno invece no, anche le più piccole e originali scaramanzie sono oramai solo un ricordo. La politica in occasione delle elezioni era fatta anche di questo una volta, oltre che di blasfema caccia ai buoni benzina. E' successo purtroppo che un bel giorno tutto è cambiato. Continuando nella parafrasi, cara politica, "...distesa sull'erba come una che sogna, giacesti bambina, ti alzasti già donna...", senza vivere la tua adolescenza, fatta di riunioni convulse nelle sezioni, avvolti da nuvole di fumo di sigari e sigarette, di foglietti con elenchi di nomi che prima sparivano, cancellati convulsamente, e poi venivano riscritti, di urla e grida che si sovrapponevano alla voce del segretario che cercava di mediare nella composizione di una lista, che, una volta decisa, era frutto del lavoro di tutti. Di riunioni "importantissime" delle componenti giovanili delle sezioni che si riunivano per comporre le squadre degli attacchini e per suddividersi il territorio d'azione.
Tutto era importante allora, tutto veniva discusso, tutto serviva a crescere, tutto veniva "prima". In democrazia.
Cara politica, non puoi essere politica senza aver vissuto l'adolescenza fatta del sentirsi importante per essere stato invitato a partecipare in sezione alla riunione dell'"esecutivo dei grandi", per poi riportare con soddisfazione ed entusiasmo il resoconto dell'esperienza vissuta alla prima riunione agli altri "giovani" iscritti al partito.
L'adolescenza di un quattordicenne che si era avvicinato e già "viveva" la politica al punto di marinare un giorno di scuola (l'unico della mia vita) per andare ad erigere barricate fatte di materassi, copertoni e vecchi mobili che bloccavano la strada principale tra la Reggia di Portici e gli Scavi di Ercolano, dov'era il Palazzo Comunale, per sollecitare l'assegnazione delle Case Popolari a 65 famiglie di senzatetto.
L'adolescenza di quello stesso quattordicenne che protestava in prima linea insieme ad un ancora anonimo Mimmo Pinto contro la chiusura della Montedison di Portici. E dopo la protesta...la calma delle riunioni di sezione e la soddisfazione di "esserci stato con convinzione".
Passione politica, nient'altro che passione politica. La voglia di esserci, seppur giovane. Di "cominciare ad esserci per restarci" a tutti i costi e non per esibizionismo. Si cresceva così. Tutti. Da destra a sinistra, ciascuno per portare avanti le sue convinzioni fatte delle idee del partito di appartenenza che diventavano le "proprie" idee. E si cresceva continuando a credere e appassionarsi e ad appassionarsi perché ci si credeva..
Invece tu, oggi, cara politica, "...Vivi la vita di donna importante perché a sedici anni hai già avuto un amante, ma un giorno saprai che ogni donna è matura all'epoca giusta e con giusta misura"...almeno lo spero. Spero che la canzone ricominci al più presto daccapo: "...finito l'inverno ritorna il sereno..."

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