Le parole a vanvera e lo scandalismo mediatico aggiungono veleno sociale ai veleni fisicamente presenti nell'area industriale di Tito.
I problemi ambientali e di inquinamento di questa importante area industriale alle porte della Città di Potenza vengono da molto lontano e sono di rilevanza tecnica ed economica notevole tale che l'area industriale di Tito viene individuata sito interesse nazionale dal Decreto ministeriale 468 del 18/09/2001 e le somme occorrenti per la bonifica definitiva e totale sono state, nel corso degli anni, stimate in circa 30 milioni di Euro.
Queste risorse seppur inserite in un Programma Straordinario per il recupero economico e produttivo dei siti industriali inquinati approvato dal Cipe con delibera n°166 del 21/12/2007 e delibera n°61/2008, a tutt'oggi non sono state rese disponibili dal governo nazionale, nonostante lo stesso governo si sia in parte rimangiato gli impegni precedenti proponendo un nuovo programma che riguarderebbe interventi per 26 siti di rilievo nazionale sui 52 dichiarati, ipotesi avversata dalla Regione Basilicata, all'epoca da me rappresentata, nell'apposito comitato degli assessori alle attività produttive, che ha sempre ritenuto di essere nelle condizioni di procedere all'intervento su entrambi i siti inquinati (l'altro è quello della Val Basento) con le risorse che spetterebbero alla Regione Basilicata.
In ragione del mio precedente impegno di governo e per doverosa sensibilità verso le nostre comunità, ed in particolare verso quella di Tito, ho esercitato il diritto-dovere di seguire l'audizione del Sindaco e degli amministratori di Tito in V Commissione Consiliare, dando merito all'impegno della On.le Zamparutti (eletta in parlamento anche con il mio voto) e di quanti i questi mesi hanno riportato all'attenzione delle istituzioni la necessità di procedere nella bonifica e superare lo stallo che si è profilato per responsabilità del governo nazionale.
Il Consorzio Asi di Potenza e la Regione Basilicata però hanno esercitato un protagonismo positivo attuando negli ultimi anni diversi interventi con la spesa di oltre 4 milioni di Euro in raccordo con il Ministero dell'Ambiente che ha la titolarità in relazione alla messa in sicurezza, monitoraggio e bonifica del sito, mediante apposite Conferenze di servizi alle quali partecipano i diversi enti interessati.
Rimane tuttavia la necessità di:
- continuare nelle attività di bonifica della falda acquifera, come sta già facendo la ex Daramic per quanto di sua competenza e proseguire con analoga attività del Consorzio Asi sulla restante parte;
- operare la messa in sicurezza del bacino fosfogessi all'interno dell'area ex Liquichimica con la massima urgenza;
- prevedere la definitiva bonifica del sito valutando diverse opzioni, con particolare riguardo a quelle di più rapida ed economica attuazione, nel rispetto dei ruoli e delle funzioni esercitate dagli enti interessati in sede di conferenza di servizio al Ministero dell'Ambiente.
Fermo restando la necessità che il governo nazionale renda disponibile le risorse finanziarie occorrenti per la bonifica ed il recupero produttivo dei due siti di interesse nazionale (Tito e Val Basento) risulta del tutto opportuno che il governo regionale della Basilicata in analogia a quanto già avviato recentemente per la Val Basento, metta a disposizione la propria quota di risorse finanziarie (50%) invitando il governo a fare altrettanto per eseguire gli interventi di cui ai tre punti precedenti, peraltro in parte previsti dal Programma triennale delle opere pubbliche del Consorzio industriale di Potenza, anche perchè le imprese ed i cittadini non possono aspettare all'infinito.
Nelle prossime settimane il Gruppo PD della Regione Basilicata promuoverà un confronto pubblico plurale con tutti i soggetti interessati per un ulteriore approfondimento delle questioni e delle soluzioni. Questo è il dovere della politica, le offese ingiuriose dell'illustre "toghista" lucano sono rispedite al mittente.
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